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Tra Rinascimento e Maniera: la Cappella dell'Arca del Santo

Il sacello che ospita la tomba o Arca di Sant'Antonio nella Basilica padovana assunse l'aspetto attualmente visibile nel corso del Cinquecento, a opera di numerosi artisti e maestranze chiamati in più fasi a porvi mano, dando così vita a un insieme composito, che, nell'organicità del disegno unitario, costituisce ora ai nostri occhi una delle creazioni maggiormente rappresentative di tutta la Rinascenza matura.
Gli studiosi sono oggi propensi a individuare in una personalità di primissimo piano come quella di Tullio Lombardo la figura dell'ideatore dell'impianto progettuale, mentre risulta documentato l'intervento di Giovanni Minello, nel ruolo di proto o sovrintendente ai lavori della Basilica per vent'anni, assistito dal figlio Antonio; in seguito, l'incarico di supervisore alla Cappella dell'Arca fu ricoperto da Giovan Maria Falconetto, altro nome di spicco nel panorama artistico del tempo.
La realizzazione dei nove pannelli marmorei ad altorilievo si diluì in un arco temporale piuttosto ampio, a partire dai primissimi anni del secolo, fino al 1577; le pareti del sacello formano pertanto una sorta di 'galleria', che permette di cogliere, anche oltre le differenze fra le mani dei vari artefici, i progressivi mutamenti di stile, gusto e sensibilità estetica, dalla piena Rinascenza all'affermazione della cosiddetta 'Maniera'.
Le scene rappresentano miracoli e fatti della vita di sant'Antonio. I primi rilievi, in ordine cronologico, sono dovuti ai due fratelli Lombardo, autori di straordinaria sensibilità, molto fedeli a schemi di matrice antiquaria: un raffinato classicismo, che contrassegna sia la composizione, sia il modellato delle figure, traspare dal Miracolo del piede riattaccato, opera di Tullio Lombardo, commissionata nel 1500, e riaffiora poi nel Miracolo del neonato di Antonio Lombardo, del 1505. Ancora Tullio firmò il Miracolo del cuore dell'avaro nel 1525, dopo la morte di Antonio, che ne aveva originariamente ricevuto l'incarico.
Evidenti richiami alla scultura antica si osservano anche nell'episodio della Vestizione di Antonio, rilievo eseguito da Antonio Minello, portato a termine l'anno 1519, così come nella Resurrezione del bimbo annegato, iniziata sempre dal Minello, e completata poi da Jacopo Sansovino nel 1534; splendida la Resurrezione della giovane annegata, di mano del Sansovino, commissionata nel 1536 e consegnata nel 1563: lo schema movimentato, e soprattutto la resa delle figure, con il 'pezzo di bravura' nella magistrale esecuzione del gruppo al centro - sequenza delle "tre età" tutta al femminile, che accosta i volti di una giovinetta, di una donna matura e di una anziana, trattati con estrema perizia tecnica e con grande sensibilità artistica - ne fanno un saggio di scultura d'altissimo livello, di valore emblematico per l'età della 'Maniera'.

 

Jacopo Sansovino, Resurrezione della giovane annegata. Padova, Basilica di Sant’Antonio

Jacopo Sansovino, Resurrezione della giovane annegata. Padova, Basilica di Sant'Antonio, Cappella dell'Arca del Santo
(foto Giuseppe Rampazzo, © Archivio Fotografico Messaggero S. Antonio Editrice, su concessione della Veneranda Arca del Santo)

Il mutamento della tendenza è altrettanto palese in altri pannelli della fase più tarda, fra i quali basti accennare a quello con la Resurrezione del giovane assassinato, ultimo in ordine cronologico dei rilievi dell'Arca, iniziato da Danese Cataneo nel 1572 e terminato nel 1577 dal suo allievo Gerolamo Campagna.


Basilica di Sant'Antonio

Piazza del Santo, 11
35123 Padova

Orari

  • con l'ora solare: 06.20 - 19.00
  • con l'ora legale: 06.20 - 19.45

http://www.arcadelsanto.org/ita/home.asp